Esclusività in Microstock

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Un altro modo per incrementare le commissioni di base che vengono pagate dalle agenzie microstock è quello di scegliere la via dell’esclusività. Si tratta di una scelta piuttosto radicale, che comporta vantaggi e svantaggi, per di più con grandi differenze da una agenzia all’altra. Per questo motivo è anche uno degli argomenti più dibattuti sui forum e nelle community che si occupano di microstock.

Intanto bisogna chiarire che si parla di esclusività dal punto di vista dell’offerta e non da quello dell’utilizzatore finale. In altri termini, un’immagine esclusiva di un’agenzia microstock può essere venduta solo da quella agenzia, ma può essere acquistata da tutti i clienti dell’agenzia stessa, senza che nessuno di essi peraltro ne acquisisca l’esclusiva di utilizzo.


Dal punto di vista degli autori, esistono inoltre 2 tipi di esclusività:

Esclusività del contributor: significa che l’autore può contribuire con le sue immagini soltanto verso una sola agenzia, in maniera per l’appunto esclusiva.

Esclusività dei contenuti: significa che una immagine inviata in esclusiva ad un’agenzia non può essere inviata a nessun altro, ma il contributor è libero di inviare altre immagini non esclusive a tutte le altre agenzie che preferisce.

I motivi per cui le agenzie favoriscono la scelta di esclusività dei propri contributors dipendono dalla volontà di poter offrire ai propri clienti contenuti di più alto valore commerciale, in quanto meno “distribuiti” in giro per il mondo. In tal modo i clienti hanno maggiori garanzie di non vedere quegli stessi contenuti utilizzati per altri scopi, dando quindi ai propri progetti un più alto valore di personalizzazione e distintività.


Vantaggi e svantaggi dell’esclusività

Dal punto di vista degli autori, il vantaggio principale nel diventare esclusivi (o nell’inviare contenuti esclusivi) consiste nel ricevere commissioni più alte per i download dei propri files (vedi tabella comparativa). Esistono però anche altri specifici privilegi concessi dalle agenzie ai contributors esclusivi rispetto ai non-esclusivi, come ad esempio minori limiti di caricamento dei files, oppure priorità di revisione dei lavori inviati (con conseguenti minori tempi di attesa per l’approvazione delle immagini). Inoltre viene garantita agli esclusivi una maggiore esposizione del proprio portfolio, attraverso un più alto ranking nei motori di ricerca o grazie alla promozione dei lavori esclusivi in collezioni evidenziate o nella homepage dell’agenzia. Infine, un buon motivo per diventare autori esclusivi consiste nel potersi concentrare su una sola agenzia, ottimizzando il proprio tempo ed evitando quindi di dover moltiplicare gli sforzi per gestire molte agenzie, alcune delle quali presumibilmente anche poco efficienti e remunerative.


Bisogna però tenere ben presenti anche gli aspetti negativi conseguenti alla scelta di esclusività. Intanto va detto che alcune agenzie, come ad esempio Shutterstock, 123RF e Canstockphoto, non offrono la possibilità di diventare esclusivi, quindi per i contributors di queste agenzie non c’è nessun vantaggio nel limitarsi ad inviare le proprie immagini ad una sola agenzia. Per quelle che invece lo consentono, in genere i prezzi delle immagini esclusive sono più alti, a riprova del loro maggior valore commerciale. Tale maggior prezzo è allo stesso tempo un sacrificio che il cliente è disposto a fare per contenuti di maggior valore, ma è anche un forte deterrente all’acquisto nel caso in cui i clienti siano meno esigenti. C’è quindi da mettere in conto un minor numero di download delle proprie immagini, rispetto a quelle di un contributor non esclusivo (a parità di qualità-quantità del portfolio) e resta quindi da capire se il maggior valore delle commissioni ottenute per le immagini esclusive riesca a compensare adeguatamente i guadagni che si otterrebbero invece con il maggior numero di download generati da contenuti non esclusivi. Inoltre, in genere le immagini esclusive che vengono rifiutate dai selezionatori non possono essere inviate ad altre agenzie: considerando il fatto che la severità dei selezionatori varia molto da agenzia ad agenzia, è plausibile che un’immagine rifiutata dall’agenzia verso cui si contribuisce in via esclusiva avrebbe il potenziale per essere accettata da altre agenzie e magari ottenere anche buoni risultati di download e ricavi, mentre invece in questo caso finirebbe sostanzialmente “abbandonata”. Per di più per gli autori esclusivi non è prevista la possibilità di concedere le proprie immagini gratuitamente, cosa che invece i contributors non-esclusivi a volte fanno per aumentare l’esposizione del proprio portfolio. Altro aspetto importante da considerare riguarda le immagini editoriali: se si decide di diventare contributors esclusivi di un’agenzia che non accetta tali immagini (come ad esempio Fotolia) si perde quindi una possibile opportunità di guadagno per via dell’impossibilità di inviare questi contenuti ad altre agenzie che magari invece le accetterebbero di buon grado.

In definitiva, la scelta della via dell’esclusività dovrebbe essere ponderata in base alle personali inclinazioni di ciascun contributor, al tempo che si ha a disposizione per gestire le agenzie, alle caratteristiche del proprio portfolio e anche, ma non ultimo, al feeling e al rapporto di fiducia che si instaura fra contributor e agenzia. Non bisogna dimenticare infatti che diventare contributors esclusivi significa sostanzialmente “puntare tutto” sull’agenzia scelta, confidando sul fatto che essa continui a crescere e a far prosperare il proprio business e i propri collaboratori anche in futuro.


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Esperto di marketing e comunicazione in una grande azienda del largo consumo italiano, viaggiatore per vocazione, fotografo appassionato, contributor presso le maggiori agenzie microstock internazionali, creatore di Marcor$tock, il blog sul mondo del Microstock e della Fotografia Digitale.