Aspetti Legali in fotografia e nel Microstock

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Stata Center, Massachusetts Institute of Technology © 2013


Esaminando i requisiti necessari per le immagini da proporre per la vendita tramite le agenzie Microstock, uno in particolare riguarda l’obbligo per il contributor di avere pieni diritti di diffusione dei contenuti dell’immagine stessa. [pullquote-right]”Per vendere immagini stock è necessario che il contributor abbia il diritto di divulgarne il contenuto, tanto più per fini commerciali”[/pullquote-right]A prescindere da cosa si possa o non si possa fotografare, argomento sul quale la legislazione italiana è piuttosto vaga e controversa, con principi che afferiscono al diritto alla privacy, all’ordine pubblico e al pubblico decoro, ciò che rileva ai fini del microstock non è tanto il modo o le circostanze in cui siano state scattate le immagini, quanto che il contributor abbia il diritto di divulgarne il contenuto, tanto più per fini commerciali.

Può sembrare scontato, ma è bene ricordarlo: il contributor deve essere l’autore materiale dello scatto fotografico, oppure il supervisore, il “direttore artistico” o comunque il titolare dell’immagine scattata. Non si possono proporre alle agenzie immagini scattate da altre persone, per lo meno non senza autorizzazione.

Per quanto concerne i contenuti, non si possono vendere immagini contenenti elementi riconoscibili come volti di persone, marchi commerciali, elementi di design, edifici protetti da copyright e proprietà private.

“Cosa fare se ci troviamo con un’immagine che contiene uno di questi elementi riconoscibili e vogliamo proporla ugualmente ad una agenzia Microstock?”

In questo caso, ci sono sostanzialmente 3 differenti possibilità:

1) ottenere una specifica liberatoria (release form) dai legittimi titolari dei diritti protetti contenuti nell’immagine;

2) agire di fotoritocco, rimuovendo fisicamente quegli elementi che potrebbero comportare una violazione dei diritti;

3) proporre l’immagine come editoriale, ammesso che l’agenzia lo permetta (non tutte infatti trattano le licenze editoriali) e soprattutto che il contenuto dell’immagine abbia un valore editoriale rilevante.

Esaminiamo nel dettaglio queste 3 opzioni.


Liberatorie (Release Forms)

Come abbiamo visto nella pagina relativa alle tipologie di immagini “stock oriented”, le foto contenenti persone sono indubbiamente molto adatte ad esprimere concetti e metafore in maniera più semplice ed evidente e quindi danno al contributor una gamma più ampia di possibilità per esprimere la propria creatività e proporre immagini di alto valore commerciale. Se si tratta di persone che prestano consapevolmente la loro immagine per lo scatto o il servizio fotografico, che siano modelli professionisti o meno, sarà piuttosto agevole per il fotografo farsi rilasciare una liberatoria per l’utilizzo dell’immagine per fini legali, come ad esempio la pubblicazione su un sito internet o su un manifesto pubblicitario. A tal proposito, è possibile predisporre un documento generico di liberatoria (detto “Model Release“) che possa andar bene per tutti gli usi, ma è consigliabile avvalersi dei modelli di liberatoria già predisposti dalle agenzie microstock, che devono essere soltanto compilati e firmati dalla persona interessata. Alcune agenzie propongono anche uno specifico modello di liberatoria per minorenni (“Minor Model Release“), che va ovviamente firmato dai genitori.

Stesso discorso vale per le proprietà private, siano esse ristoranti, hotel, interni o esterni di edifici e residenze private, elementi di design protetto, opere d’arte e quant’altro sia di proprietà materiale o intellettuale di soggetti sia pubblici che privati. Persino alcuni edifici celebri, come ad esempio l’Empire State Building di New York, sono protetti da copyright e c’è bisogno di una specifica liberatoria per diffondere le immagini che li ritraggono come soggetto principale (non c’è invece bisogno di liberatoria per una immagine della skyline di New York in cui sia compreso “anche” l’Empire State Building, pur non essendo l’elemento principale). Anche nel caso delle proprietà private esistono dei modelli di liberatoria (detti “Property Release”) già predisposti dalle agenzie microstock e pronte all’uso.

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Metropolitan Museum of Art, New York © 2013


Fotoritocco per rimuovere elementi coperti da copyright

Ricorrere al fotoritocco è una eventualità che capita spesso nella street photography o comunque nelle immagini di viaggio: se fotografiamo un monumento, una piazza o un luogo turistico, è piuttosto frequente che nell’inquadratura finiscano accidentalmente e inevitabilmente persone sconosciute, oppure cartelloni pubblicitari con loghi visibili, oppure ancora insegne di negozi o altri elementi coperti da copyright. In questi casi risulta impossibile farsi rilasciare una liberatoria che ci autorizzi a divulgare l’immagine. Se le condizioni lo consentono, è possibile quindi ricorrere al fotoritocco per rimuovere quegli elementi “problematici” e farli sparire letteralmente dall’immagine. Per chi ha dimestichezza di Adobe Photoshop, si tratta di padroneggiare strumenti come “timbro clone”, “pennello correttivo”, “pennello correttivo al volo” e il comando “riempi in base al contenuto”. Ovviamente si tratta di un lavoro un po’ al limite, oltre che dispendioso in termini di tempo, a seconda della difficoltà dell’intervento richiesto. Rimuovere il logo Nike da una scarpa da tennis può essere semplice, mentre eliminare completamente un gruppetto di persone che impalla l’inquadratura può essere un’impresa decisamente più ardua e con risultati che possono portare al peggioramento sensibile della qualità dell’immagine stessa, rendendola di fatto una forte candidata alla bocciatura. Da evitare assolutamente la tentazione di limitarsi a cancellare o modificare i connotati delle persone: nessuna agenzia approverebbe mai una immagine con i “mostri senza volto” e, del resto, quale cliente vorrebbe mai acquistarla? [pullquote-left]”Il modo più efficace per rendere irriconoscibile una persona rimane pur sempre quello di eliminarla del tutto dall’immagine”[/pullquote-left]Il modo più efficace per rendere irriconoscibile una persona rimane pur sempre quello di eliminarla del tutto dall’immagine. A parziale sollievo, vale la pena ricordare che non è necessario intervenire su persone irriconoscibili perchè hanno il volto in ombra o coperto, oppure inquadrate a grandissima distanza, oppure ancora inquadrate solo parzialmente su dettagli irriconoscibili del proprio corpo, come ad esempio un addome atletico oppure due mani che si stringono.

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Ponte della Musica, Roma © 2012


Immagini Editoriali

Altra possibilità per poter proporre alle agenzie immagini contenenti elementi protetti da copyright è data dall’eventualità di venderle con licenza editoriale. Una immagine concessa con tale licenza può essere utilizzata dall’acquirente soltanto a corredo di un articolo redazionale, secondo un legittimo diritto di cronaca. In base a questo principio, l’immagine può rimanere intatta così come è stata scattata, con volti riconoscibili, loghi o altri elementi protetti da copyright, ma non può essere utilizzata per fini commerciali, come ad esempio la realizzazione di messaggi pubblicitari. Dal momento che le commissioni pagate dalle agenzie per le immagini ad uso editoriale sono identiche a quelle per le immagini royalty-free, sembrerebbe questa la soluzione ideale per non perdere tempo a chiedere improbabili liberatorie ne’ tanto meno cimentarsi in fotoritocchi complessi e problematici. Ma non è così semplice come sembra. Tanto per cominciare, non tutte le agenzie trattano immagini editoriali: per vedere l’elenco di quelle che le accettano è possibile consultare l’apposita tabella riepilogativa. Fra le agenzie che le accettano, la maggior parte decide autonomamente quali fra le immagini inviate dai contributors siano adatte alla licenza royalty-free e quali invece possono essere accettate soltanto come immagini editoriali. Altre agenzie come Shutterstock, Bigstockphoto e iStock invece pretendono che sia il contributor stesso in fase di caricamento ad evidenziare quali immagini intende proporre come editoriali, peraltro con l’obbligo di utilizzare una descrizione del file che sia scritta secondo un format specifico. Infine, ma è la cosa più importante, non è detto che l’immagine in questione sia ritenuta adatta ad essere utilizzata come corredo di una potenziale notizia. In altri termini, il contenuto dell’immagine deve avere un evidente valore di “notiziabilità” per poter essere accettata come immagine editoriale.

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Apple Store 5th Avenue, New York © 2013


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Esperto di marketing e comunicazione in una grande azienda del largo consumo italiano, viaggiatore per vocazione, fotografo appassionato, contributor presso le maggiori agenzie microstock internazionali, creatore di Marcor$tock, il blog sul mondo del Microstock e della Fotografia Digitale.