Un sogno chiamato Riviera dei Cedri

Pubblicato da Marco Rubino il

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Spiaggia dell’Arcomagno al tramonto, Calabria © 2015

Oggi parliamo di un photowalk realizzato nell’estate 2015, in piene vacanze estive, in luoghi a me particolarmente cari perchè legati alla mia terra d’origine, la Calabria. Sto parlando della magnifica Riviera dei Cedri, nell’Alto Tirreno Cosentino. Un vero e proprio paradiso per fotografi paesaggisti e naturalisti, ma più in generale un territorio indimenticabile per i veri amanti del mare. Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista) si tratta di una zona ancora molto sottovalutata dal punto di vista turistico e poco conosciuta dalle grandi masse, soprattutto in confronto ad altre località calabresi ben più rinomate anche a livello internazionale, come Tropea, Capo Vaticano, Palmi e Scilla sulla costa tirrenica oppure Soverato, Copanello e Isola Capo Rizzuto sulla costa ionica.

Di recente proprio la Riviera dei Cedri è stata oggetto di polemiche in seguito alla segnalazione della nota blogger e giornalista Selvaggia Lucarelli che, dai suoi profili social, ha evidenziato una discutibilissima campagna pubblicitaria apparsa sulle pagine del magazine di bordo della Ryanair, defininendola letteralmente “da peracottari”. In questa campagna pubblicitaria compariva un’immagine della spiaggia dell’Arcomagno decisamente brutta, con tanto di ciabatte e asciugamani sugli scogli, errori nei testi e scelte stilistiche di pessimo gusto (come ad esempio il titolo in carattere Arial, poco leggibile e decentrato).Riviera dei Cedri Insomma, una campagna decisamente imbarazzante per la Regione Calabria che ha promosso l’iniziativa e che, in seguito all’inevitabile moto di indignazione che si è creato soprattutto in rete, non ha potuto far altro che scusarsi pubblicamente, promettendo di svolgere una inchiesta per fare luce sull’accaduto. Polemiche a parte e nonostante il pessimo stile della campagna pubblicitaria, mi auguro che questo episodio abbia comunque contribuito a dare notorietà ad una delle zone più belle della Calabria, regione di cui mi vanto di essere “portatore sano” in giro per l’Italia e nel mondo e a cui spero di rendere il giusto merito con questo articolo. In realtà, per come si è svolta la mia escursione, sarebbe più opportuno parlare, oltre che di “photowalk”, anche di “photoswim” e “photoclimb”. In altri termini, è stata l’occasione per mettere alla prova la mia attrezzatura fotografica al completo, inclusa la mia fotocamera rugged all-weather Nikon AW130 per gli scatti subacquei e in mare aperto. L’escursione è durata un’intera giornata, con tappe principali a Praia a Mare, Isola di Dino, San Nicola Arcella, Arcomagno e Diamante.


Orientamento

La Riviera dei Cedri è una lunga zona in gran parte costiera, che si estende convenzionalmente per circa 80km nella provincia di Cosenza, dal comune di Tortora (al confine fra Basilicata e Calabria) fino al comune di Paola, includendo anche alcune zone montane del Parco Nazionale del Pollino. E’ possibile raggiungere la Riviera da Nord attraverso l’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, prendendo l’uscita di Lagonegro Nord e proseguendo sulla SS585 direzione Tortora-Praia a Mare oppure, per chi viene da Sud, attraverso l’uscita Cosenza Nord-Rende e seguendo la SS107 in direzione di Paola. L’aeroporto più vicino è quello di Lamezia Terme, che si trova a circa 70km più a Sud di Paola.Un sogno chiamato Riviera dei Cedri La Riviera prende il nome dalla coltivazione del cedro, particolarmente fiorente in questi territori, in particolare nei comuni di Santa Maria del Cedro, Scalea e Diamante. I luoghi e le spiagge da visitare sono veramente tanti e per esplorare al meglio questi territori è consigliabile un soggiorno di almeno 1 settimana. Dovendo invece concentrare la visita in una sola giornata, come è capitato a me, è meglio focalizzare l’attenzione sul tratto che va da Praia a Mare a Diamante. Per approfondimenti, itinerari tematici e altre informazioni su questi territori consiglio l’ottimo sito InRivieradeiCedri.it


Praia a Mare e Isola di Dino

Percorrendo la strada che porta a Praia a Mare dall’uscita della ss18 è possibile godere di una serie di punti panoramici da cui ammirare dall’alto la scenografica Isola di Dino, posta a circa 50 metri dalla spiaggia di Praia a Mare in località Fiuzzi.Vista dall'alto dell'Isola di Dino © 2015 E’ proprio da questa contrada che conviene partire all’esplorazione dell’isola, con una serie di Lidi attrezzati in cui è possibile passare la giornata a fare il bagno con l’isola sullo sfondo. Si tratta della maggiore delle due isole calabresi: la seconda, Cirella, si trova circa 20 km più a sud sempre nella Riviera dei Cedri, nel comune di Diamante. L’Isola di Dino si raggiunge tranquillamente a nuoto dalla spiaggia di Praia a Mare, anche se quasi tutti i lidi prevedono inoltre escursioni in barca per visitare l’Isola e le sue splendide grotte. Si tratta di escursioni di 1-2 ore al massimo, fra l’altro particolarmente economiche, e sono altamente consigliate anche per conoscere l’affascinante storia dell’Isola di Dino. Nel corso dei secoli infatti l’isola ha subito diverse dominazioni (araba, turca, napoleonica) fino a diventare, nel 1962, proprietà dell’Avvocato Gianni Agnelli, che la acquistò dal comune di Praia a Mare per la cifra di 50 milioni di lire dell’epoca.Vista dall'alto dell'Isola di Dino © 2015 Da quel momento e per qualche anno, è sembrato che l’isola potesse diventare un nuovo punto d’attrazione turistica a livello internazionale, al pari di Capri e Positano, grazie all’opera di progressiva edificazione di cottages e residenze di lusso. In realtà, è stata semplicemente costruita una strada che collega il pontile delle barche alla cima dell’isola, mentre nella parte bassa sono stati costruiti dei pittoreschi Tucul (piccoli edifici col tetto conico tipici di alcune regioni africane) che ospitavano un ristorante, una piscina e alcune abitazioni per turisti. Il progetto di sviluppo ha subito poi rallentamenti fra burocrazia e passaggi di proprietà dell’isola che hanno portato, di fatto, all’abbandono delle strutture che erano state costruite. Sia la strada che i tucul, in un desolante stato di abbandono, sono ancora oggi visibili avvicinandosi all’isola in barca o a nuoto.


Nuotare intorno all’Isola di Dino è un’esperienza decisamente suggestiva: il lato rivolto alla spiaggia di Praia a Mare è facilmente raggiungibile con una breve nuotata, peraltro in un tratto di mare in cui la profondità non è mai esagerata ed è possibile vedere il fondo di rocce e sassi.Nuotando verso l'Isola di Dino © 2015 Si ha quasi la sensazione di essere in una grande piscina. Con la mia Nikon AW130 ho potuto fotografare il fondale, fare alcune riprese a pelo d’acqua e raggiungere il costone di roccia dell’Isola, con alcuni anfratti molto scenografici. E’ anche possibile fare snorkeling in tutta tranquillità, ma non c’è da aspettarsi di vedere pesci tropicali o coralli. Lungo il perimetro dell’isola sono inoltre disseminate diverse grotte di origine calcarea, alcune di esse con stalagmiti, come la Grotta delle Sardine, o con altre formazioni rocciose che presentano somiglianze con persone o animali, come la Grotta del Leone o la Grotta del Monaco.


La grotta più bella e più grande è però la Grotta Azzurra, omonima di quella più celebre che si trova a Capri, nella quale si può nuotare immersi in acque dall’intenso colore azzurro scuro con bellissimi riflessi sulle pareti interne della grotta.Isola di Dino © 2015 Tecnicamente è possibile fare il giro dell’isola a nuoto, ma è consigliabile usare una barca o un pedalo’ perchè il lato occidentale dell’isola è più esposto a correnti e c’è quindi maggior rischio di trovare mare agitato. In ogni caso il percorso migliore da seguire è quello in senso antiorario, ossia partendo dal lato dell’Isola rivolto verso la spiaggia proseguire sul lato Nord, poi sul lato Ovest rivolto verso il mare aperto e infine sul lato Sud, dove si trova la Grotta Azzurra, appena sotto il tratto in cui sono ancora visibili i Tucul e gli edifici abbandonati. Il consiglio è di arrivare la mattina presto e completare il giro dell’Isola prima di mezzogiorno, per evitare la folla e soprattutto per avere una luce adatta a scattare immagini di buona qualità.


San Nicola Arcella e spiaggia dell’Arcomagno

Dopo aver trascorso l’intera mattinata all’Isola di Dino, e dopo un buon pranzo a base di pesce nel centro di Praia a Mare, nel pomeriggio ho fatto tappa allo scenografico Arcomagno, nei pressi del comune di San Nicola Arcella. E’ possibile raggiungere l’Arcomagno in 2 modi:

  • via terra, lasciando l’auto in un parcheggio a circa 1 km di distanza, attraversando a piedi l’omonima spiaggia, poi risalendo alcune rocce e infine inerpicandosi su una parete piuttosto ripida, lungo un breve ma tortuoso sentiero che conduce direttamente sulla spiaggetta all’ombra dell’arco. fotolia_103219105E’ una soluzione molto affascinante, in particolare per gli amanti della natura, ma che rischia di mettere a dura prova i nervi saldi, soprattutto se non si hanno scarpe adatte e se si porta sulle spalle qualche migliaio di Euro di attrezzatura fotografica. Per me che ero in ciabatte, zaino sulle spalle, reflex al collo e bimbo di 2 anni in braccio, è stata un’esperienza a dir poco avventurosa! Purtroppo non mi ero informato abbastanza e se l’avessi saputo prima mi sarei senz’altro organizzato un po’ meglio per non correre rischi. Tu adesso sei avvisato e di sicuro non farai il mio stesso errore…
  • via mare, arrivando in barca o con il pedalò che si può noleggiare nella spiaggia accanto. Anche questo modo è molto suggestivo perchè si arriva alla spiaggetta passando direttamente sotto l’Arco ed è sicuramente un modo più indicato per chi non ama scalare le montagne o non ha l’abbigliamento adatto. fotolia_103219059L’unico svantaggio è che si deve fare un po’ di attenzione per non bagnare l’attrezzatura in salita e discesa dalla barca. Va detto che via mare arrivano anche le escursioni organizzate che da Praia a Mare permettono di visitare in barca sia l’Isola di Dino che l’Arcomagno con un unico biglietto, ma personalmente le sconsiglio perchè si è costretti a rispettare i tempi previsti dall’organizzazione (sempre piuttosto ristretti) e non si ha quindi la libertà di fermarsi a piacimento per fare il bagno e per prendersi tutto il tempo necessario per le riprese fotografiche.

C’è un altro motivo per cui è preferibile arrivare via terra all’Arcomagno: stock-photo-arcomagno-beach-on-the-coast-of-the-cedars-tyrrhenian-sea-south-of-italy-351576917percorrendo la spiaggia adiacente, sul lato Nord dell’Arco, si attraversano alcune rocce che creano delle piccole insenature decisamente scenografiche, compreso il tunnel che conduce alla cosiddetta spiaggia del Prete. Da un punto di vista fotografico, è una location incredibilmente bella, con alcuni scorci che ricordano, neanche troppo vagamente, alcune ambientazioni thailandesi e paesaggi marini tropicali. L’acqua ha un colore azzurro intenso e fra grotte, tunnel e scogli sembra davvero di essere finiti in una sorta di paradiso terrestre per gli amanti della natura e del mare.


La spiaggetta dell’Arcomagno è piccola e a forma di mezzaluna, sovrastata da un arco di roccia che delimita uno specchio d’acqua di piccole dimensioni, che da’ la sensazione di nuotare in una meravigliosa piscina naturale. Sul lato Sud della spiaggetta è presente anche una grotta, all’interno della quale si trova una piccola sorgente di acqua naturale che sgorga direttamente fra i sassolini della spiaggia.

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Non è semplice trovare la spiaggetta deserta, soprattutto in alta stagione e negli orari centrali della giornata, ma con un po’ di fortuna arrivando al mattino presto o nel tardo pomeriggio si può trovare poco affollamento. Come si può vedere dall’immagine in alto, io ci sono capitato al tramonto: ho dovuto quindi usare il pennello correttivo e il timbro clone di Photoshop per rimuovere un po’ di persone che mi rovinavano l’inquadratura (e anche qualche asciugamano e qualche ciabatta, presenti invece nella campagna pubblicitaria della Regione Calabria). stock-photo-arcomagno-beach-on-the-coast-of-the-cedars-tyrrhenian-sea-south-of-italy-377758789Tuttavia grazie al tramonto sul Mar Tirreno ho avuto una bellissima luce dorata ad impreziosire il contrasto sulle rocce. Per avere una esposizione bilanciata, visto il forte controluce, ho unito in bracketing terne di scatti di esposizione -1, 0, +1 EV, fondendo poi il tutto con il software HDR Efex Pro di Nik Software. L’altra difficoltà di ripresa è dovuta al poco angolo di campo che si ha dalla spiaggetta: il modo migliore per riprendere l’Arcomagno in tutta la sua ampiezza si ottiene risalendo il sentiero di arrivo il più in alto possibile, cercando un punto non troppo sconnesso per posizionare il treppiede. Arcomagno Beach on the Coast of the Cedars, Tyrrhenian Sea, ItalyAnche da lì tuttavia è meglio servirsi di una lente ultragrandangolare per poter includere anche la grotta nell’inquadratura. Non avendone una a disposizione in quel momento, ho dovuto realizzare 7 scatti in verticale da unire poi in panorama tramite Photoshop. Considerando che ciascuna immagine era in realtà una terna di scatti in bracketing, l’immagine in alto è stata realizzata dall’unione di ben 21 immagini, unite con la tecnica dello stitching. Dopo aver ripreso l’Arcomagno da tutte le possibili angolazioni, ho lasciato la spiaggia con il sole basso all’orizzonte, per un’ultima immagine ricca di suggestioni con l’Isola di Dino sul sfondo di un tramonto indimenticabile, concludendo poi la giornata e il photowalk con un aperitivo sul lungomare di Diamante, 20 km più a Sud rispetto a San Nicola Arcella.

Un sogno chiamato Riviera dei Cedri 5


La Riviera dei Cedri in Microstock

Con mia grande sorpresa, la Riviera dei Cedri e i paesini rivieraschi dell’Alto Tirreno Cosentino non sono molto diffusi nelle banche immagini delle maggiori agenzie microstock. Questo significa che non sono soggetti molto ricercati dai clienti, ma in ogni modo il fatto di avere individuato una piccola nicchia nelle immagini di paesaggi marini italiani ha reso questo photowalk potenzialmente interessante da un punto di vista commerciale: in effetti, a distanza ormai di qualche mese, posso dire che le performance di vendita di queste immagini sono decisamente sopra la media, sebbene siano state realizzate più con lo spirito di una vacanza che di uno shooting professionale. Del resto, ero lì in costume principalmente per divertirmi e fare il bagno, più che per lavorare, ma sono comunque riuscito a tirar fuori circa cinquanta immagini standard, una ventina di immagini defocused e 2 video da inviare alle agenzie. Per me si è trattato della classica situazione “win-win”: se andrà bene, queste immagini porteranno nel medio-lungo periodo a un buon guadagno; se andrà male, porterò comunque sempre con me il ricordo di una magnifica giornata in cui mi sono divertito e ho conosciuto posti meravigliosi. E visto che siamo vicini alle vacanze estive, spero che questo mio articolo possa essere fonte di ispirazione per chi in questo momento è in cerca di un posto fantastico in cui trascorrere le vacanze al mare, senza necessariamente attraversare il pianeta alla ricerca di una costosissima e magari deludente spiaggia tropicale.


In conclusione, come di consueto, la mappa con la geolocalizzazione delle immagini mostrate in questo articolo:


Mappa del Photowalk in Riviera dei Cedri

Mappa del Photowalk in Riviera dei Cedri


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Esperto di marketing e comunicazione in una grande azienda del largo consumo italiano, viaggiatore per vocazione, fotografo appassionato, contributor presso le maggiori agenzie microstock internazionali, creatore di Marcor$tock, il blog sul mondo del Microstock e della Fotografia Digitale.